Alla scoperta dell'entroterra sardo: Orani
La Sardegna offre ai turisti l'entroterra più affascinante d'Italia: basti pensare al comune di Orani. Non è sempre facile apprezzare le ricchezze dell'entroterra sardo, disseminato di piccoli centri che sembrano preferire uno stile di vita improntato, alla discrezione. Poco o nulla delle attività artigiane e della loro produzione trapela dal chiuso dei portoni e dalle viuzze deserte.
Il costume di Orani ha alcuni modelli fondamentali: quello delle donne nobili e sposate, con gonna in canapa e lino, quello delle giovani non sposate, con gonna in orbace e quello maschile che è invece unico.
Ma la Sardegna è un maniero di tesori, e dietro la facciata poco imbellettata di molti paesini, si possono scoprire mondi ricchissimi di civiltà e cultura che, proprio perché gelosamente nascosti, daranno al visitatore meno frettoloso il raro piacere della scoperta. Nel cuore grande della Barbagia si trova Orani (30 km ca. da Nuoro), rinomata per la lunga tradizione di fabbri e maestri intagliatori, madre-patria di un grande artista conosciuto e apprezzato in tutto il mondo: Costantino Nivola, scultore grafico e pittore. Come altri illustri barbaricini, Nivola ha elaborato ed esportato un'arte che ritorna con echi e richiami continui alla sua terra d'origine, nonostante fosse la sua una vita di continue peregrinazioni. Nelle sue opere, i tratti più puri e profondi di un'anima sarda, di quella sensibilità mediterranea che subito trasmettono le sue sculture.
A Nivola, Orani ha dedicato una fondazione e uno straordinario piccolo museo, che bisognerebbe, almeno una volta, visitare. E' uno spazio espositivo esemplare per modernità e sensibilità, ricavato nell'antico lavatoio del paese. Le sculture, disposte sia all'interno dell'edificio che sul selciato esterno, sono come vivificate dal suono dell'acqua della fontana, a cui le donne di Orani si recavano a lavare i panni, chiacchierare e cantare. Il museo in estate rimane aperto fino a tarda sera, ed è consigliabile aspettare il buio, quando la modernissima e curata illuminazione esalta le forme plastiche delle sculture e il paesino di Orani assiste come un presepe alla suggestione della "Grande Madre Mediterranea" una delle più rappresentative opere dell'artista.
Il Santuario è raggiungibile a piedi partendo dall'abitato di Orani dalla zona di "Su Cantaru" e salendo su per la vecchia e ripidissima strada che passa a "Sos Malavidos" e a "Illudini" fino a raggiungere l'ampio piazzale de "Sa Corte" dove sorgono le antiche "Cumbessias". Il piazzale si trova a quota 973 metri sul livello del mare e da qui si snoda, scavato nella roccia, il ripido sentiero che porta fino al Santuario da dove nelle giornate più limpide si può effettivamente scorgere il mare Tirreno e il mare di Sardegna e un notevole numero di paesi della provincia di Nuoro e di Sassari.
Per chi vuole invece raggiungere il Santuario, o per meglio dire il piazzale di "Sa Corte", in macchina si possono prendere due strade, una che parte da Orani e l'altra che parte da Sarule, che si incontrano a poche centinaia di metri dal piazzale. Per chi parte da Sarule è necessario prendere dalla periferia del paese la strada che fiancheggiando il cimitero porta verso "Santu Bernardinu" e poi su fino a "Su Palu 'e Gonare", vicino alle cave di marmo ormai abbandonate. Chi invece parte da Orani arriva al Santuario percorrendo il primo pezzo della strada consorziale per Mamoiada, che si diparte dalla SS 128 in località "Istolo" al culmine della salita da Oniferi. La strada sale dolcemente passando per "Usurthula" e poi ancora a "Sa Janna 'e Otheu" fino ad arrivare a "Urture" dove incontra la comunale che, continuando a salire sempre più ripida, porta fino al monte.
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